Un grande tentativo

In memoria di Giancarlo Orini

Ci lascia un uomo che ha creduto davvero nella libertà

15 Settembre 1996. Una data che, ormai, evoca pochi ricordi. Siamo e viviamo in una società onnivora e iperconsumistica. Tutto viene divorato e digerito. La conseguenza è che tutto viene dimenticato. Restano vivi i ricordi e gli ideali di certi periodi solo nelle menti e nei cuori di pochi individui. Cosa rappresentò quella data? La chiamata alla secessione di una parte d'Italia. Una parte d'Italia che voleva nei pensieri di alcuni abbandonare l'Italia. I proclami si sprecarono, i simboli vennero rispolverati di corsa. I simboli, i riferimenti storici. Il movimento che rappresentava ed incarnava tale ideale chiamava alla lotta contro lo stato unitario. Tutto doveva iniziare con una manifestazione, manifestazione alla quale sarebbe dovuto seguire un processo di creazione di un'entità statale differente, nuova. Viene da ridere adesso. Viene da ridere perchè in realtà solo in pochi ci credettero davvero. Fu una farsa. Fu una manifestazione in realtà. Una manifestazione di un partito il quale ha provato a cavalcare un'onda. Un'onda, un tentativo di dimostrare su quali forze avrebbe potuto contare. Viene da ridere a ripensare alle contromanifestazioni. Urlate, da una parte all'altra. Alcuni rispolveravano la bandiera tricolore in nome di un'unità di fatto non pluricentenaria come in altre realtà. Altri movimenti evocavano spettri di odio etnico di altri popoli. Tutti si spendevano contro questo tentativo. Pochi ci credettero davvero. Fu una farsa. E' stata una farsa, una creazione di un altro stato non avrebbe risolto i problemi presenti nel vecchio stato. Questo però non interessava. Forse non si erano nemmeno posti la domanda. Poche menti eccelse lavoravano per costruire un domani, un domani dove ci sarebbe stata una nuova lingua o più lingue. Un domani dove l'economia sarebbe stata diversa. Un domani dove magari ci sarebbe stata una fiscalità meno vessatoria. Sappiamo adesso come è andata a finire. Pregiudizialmente non siamo contro la secessione di una parte di questa penisola. Noi crediamo nella comunità, non nello stato. Guardando indietro risulta difficile capire quale fosse questa comunità. Ciò che seguì, visto adesso suona ancora più ridicolo. Siamo per forme di democrazia diretta, non per altri partitismi. Perchè allora ricordiamo quest'epoca vi chiederete? Ci arriviamo subito. Il 2020 sta per chiudersi, purtroppo la militanza è stata ostacolata da un fenomeno che difficilmente avremmo pensato potesse accadere. Parlo di questa pandemia, pandemia che non ci ha permesso di vivere e creare certi eventi. Questo 2020 ha visto recentemente la scomparsa di un noto secessionista. Pochi credono in qualcosa, pochi professano ideali. Alcuni tra i pochi vengono usati e dimenticati. Altri credono, professano, agiscono ( bene o male non spetta a noi giudicare). Altri si perdono, altri no. Nella notte tra il 20 Dicembre 2020 e il 21 Dicembre 2020 è morto Giancarlo Orini. Un noto secessionista bresciano. Non vogliamo esprimere l'ennesima epigrafe funebre. Non vogliamo neanche perderci in analisi politiche sulla liceità dei gesti che ha compiuto questo patriota. Non rivendichiamo tantomeno la sua eredità. Questo articolo vuole essere un omaggio composto ad un amante della libertà. Ad un uomo libero il quale non si è perso in meandri partitici ma ha combattuto e pagato in prima persona per ciò in cui credeva. Dopo la farsa restarono in pochi. Giancarlo Orini è stato uno di costoro. Eterna memoria Giancarlo. Non ti dimenticheremo, sei nel pantheon ideale di tanti patrioti delle micronazioni alla pari del grande patriota dell'isola di Malu Entu Doddore Meloni. Onore a voi, idealisti. Onore a voi uomini liberi. 

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