Milano e il panico sociale

Milano e il panico sociale

Milano è così... accanto alle luci della ribalta, accanto al jet set ci sono i luoghi degli emarginati. Sono luoghi dove un tempo si potevano vedere e conoscere persone che non erano così cattive come magari un benpensante potrebbe dire. Erano persone le quali per varie ragioni rigettavano i valori e la vita dei molti. Ogni epoca ha avuto il suo luogo. Certe emergenze sembravano ancorate al passato. Accanto alla Milano da bere era presente la Milano della disperazione e della voglia di sparire. Voglia di sparire che poteva godere di un additivo utile a sparire, ad essere marginale. L'eroina era tale additivo, tale sostanza. La vulgata sostiene che fosse sparita, non è assolutamente vero. Prova ne è la "scoperta" di un altro luogo di dannati quale il parco di Rogoredo. Questa realtà dannata in realtà si è sviluppata nel corso di un decennio di lento e costante spostamento di uomini consumatori e risorse atte al commercio. Ma aldilà di chi spaccia viene da chiedersi come mai si è arrivati a numeri così impressionanti di nuovi consumatori giovanissimi. Non piace a nessuno di noi l'essere moralisti. Non piace a nessuno rimpiangere uno strano passato aureo e mitico. Quindi? Per quale ragione volete che ci siano così tanti giovanissimi? Chi può mai essere contento di vivere una vita marginale e di precarietà lavorativa? Si può essere emarginati e felici di tale condizione come vogliono gli epigoni del laburismo europeo? Si può essere felice di osservare ancora una volta la fine, la completa sparizione di luoghi di aggregazione a basso costo? I quali per carità non erano e non sono mai stati paradisiaci, però erano presenti. Aggregavano persone che rifiutavano la logica modaiola. Si può così facilmente vivere sereni senza alcun tipo di aggregazione, lavoro e affetto. Eh si, quanto si è traposto il consumismo in una logica affettiva? Tanto, troppo, alla fine i più sensibili o i più stanchi ne risentono. Sinceramente le polemiche e gli allarmi sociali sono i frutti avvelenati delle semine delle persone che governano questa società e la nostra Italia. Miei cari oppressori, voi avete voluto tutto ciò, se proprio non ve la sentite di aiutare questi ragazzi almeno urlate di meno. Non siamo ancora in tanti come gruppo ma in futuro vorremmo incontrare i cittadini parlando in modo aperto e più esaustivo sulla questione delle dipendenze. 

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