Hammamet, un film di Gianni Amelio

Hammamet, un film di Gianni Amelio

Gli ultimi pensieri di un politico tra i tanti

Il film si apre durante un congresso del Partito Socialista Italiano. Tronfio della gloria ricevuta, inebriato dal successo, un personaggio minuto si avvicina al leader. L’opposizione del partito è stata azzerata, la scenografia è stata maestosa e i sostenitori sono accorsi in forze. Ma questo uomo minuto vuole assolutamente parlare con il leader. Il suo volto ha un’espressione preoccupata, ingrigita da un cattivo pensiero. Un cattivo presentimento lo attanaglia. Questo uomo minuto di nome Vincenzo è stato un militante storico. Proveniente dalla base popolare del partito. E’ stato un operaio, e non ha mai nascosto questo suo passato. Esprime al leader le sue preoccupazioni in merito al futuro del partito. Il leader minimizza il tutto. E’ una sorta di flash back l’apertura di questo film. In seguito a questo salto indietro ci si sposta sia temporalmente che geograficamente. Sono gli anni successivi a Tangentopoli. Il leader, Bettino Craxi, vive nella sua villa in Tunisia. Laggiù riceve diverse visite, alcune davvero inaspettate. Una di queste visite è quella del figlio di Vincenzo. Assieme a questo ragazzo ricostruisce il proprio percorso politico, lasciando spazio anche agli aspetti umani del leader. La salute del leader è precaria. E’ affetto da una grave forma di diabete. I pranzi luculliani con i compagni del partito ormai sono lasciati alle spalle. Insomma della sua corte rimangono solo i famigliari, questo ragazzo e una visita di un esponente democristiano legato ai governi precedenti e stimatore di Craxi. Non sarà una fine felice per il leader, i rimpianti e i fantasmi non mancheranno. Si renderà conto anche delle false amicizie che avevano fatto capolino nella sua vita.

In tutta sincerità vi consiglio di vedere questo film. Se avessimo ancora bisogno di conferme in merito al tritacarne politico rappresentato dalle politiche elettoralistiche ne avremo un’ulteriore prova. Il leader del film, Bettino Craxi, non rappresenta certamente i nostri ideali. Sicuramente rispetto ai politici degli ultimi 20 anni era preparato. Aveva e manteneva uno stile oratorio degno di una persona colta. Insomma assieme a tanti suoi colleghi erano persone eleganti. Nonostante questa eleganza non dimentichiamo che comunque quella politica ci ha portato a come viene vissuta la politica partitica oggi. Una continua ricerca dell’edonismo e dell’ostentazione di uno stile di vita lontano dalle masse. Fa riflettere un aspetto di questo film. Viene citata la dicotomia tra popolo e gente. Il popolo secondo il leader vive di una sua coscienza. La gente no, è un gruppo di individui massificati priva di identità. Mi spiace dirlo, purtroppo quella politica e quel partito ha contribuito a sviluppare tale dicotomia. Accorgersi di tale scempio è amaro, purtroppo è così. Ciò non toglie che comunque la classe politica dell’epoca doveva essere sostituita. Era un piano studiato da tempo. L’Italia, paese a sovranità limitata doveva cambiare la propria classe politica e in fretta. Questo in barba al fatto che gli elettori, magari, avrebbero potuto esprimere tramite il voto il proprio consenso rispetto a tale politica. Dovevano cambiare! Bisognava cambiare e archiviare il passato! L’Italia non è stato il solo paese a vivere tale passaggio, forse all’epoca reduci dai conflitti del mondo bipolare era di difficile comprensione.

 

Vi auguro buona visione. 

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