Composta di frutta. Ritornare all'autoproduzione

COMPOSTA DI FRUTTA. RITORNARE ALL'AUTOPRODUZIONE

Sembrerà strano. Soprattutto parlarne in questo periodo di bagordi festivi. Chiasso nelle tavole e stomaci che scoppiano. Della profondità e del senso dello stare insieme è rimasto poco.... non resta che adeguarsi alle usanze consumistiche....quindi sotto natale, scritto con evidente scopo a lettere minuscole, non resta che ostentare quanto si è mangiato o comprato.... Tutto deve essere comprato, quindi resta poco da farsi da soli... questo a meno che non si voglia essere in vetrina e far parte dei tanti reality show sulla cucina. Là troverete i nuovi idoli.... chef che fino al giorno prima nessuno conosceva....aspiranti pasticceri....veline ormai attempate e persone varie dai vari tipi di arrivismi....ebbene in quel caso qualora vogliate andare in televisione potete, anzi dovete cucinare.....i prolet di orwelliana ,memoria non devono cucinare e devono solo comprare.... non si scampa da questa logica nemmeno per ciò che riguarda le bevande... tutto confezionato con colorazioni sgargianti e ovviamente ostentazione di varie vitamine....sarà vero che siano presenti tutti questi benefici? Non credo proprio.....

Un'usanza che arriva da altre terre è la composta di frutta. Le famiglie erano solite preparare queste composte di frutta in barattoli sigillati. Affinchè di inverno potevano gustare e ricordare i dolci sapori estivi. Ogni famiglia in campagna aveva la propria frutta. Nelle città si ovviava a ciò andando nei propri villaggi vicini, stringendo anzitempo relazioni di amicizia con famiglie di contadini. Si otteneva così la frutta di proprio gradimento. Generalmente si parla di Pere, mele, prugne, ribes e fragole. La frutta era di stagione, non si accettavano primizie. Ogni famiglia aveva la sua ricetta e poteva in un certo senso vantare il proprio ingrediente segreto. Il primo passaggio era sterilizzare i barattoli. Il secondo, mettere all'interno del barattolo il frutto del quale trarre la composta. Si aggiungeva in seguito lo zucchero, su questo passaggio ogni famiglia usava una quantità differente di zucchero a seconda del gusto. Uno dei problemi che si potevano verificare è che potesse scoppiare il barattolo. Questo perchè il passaggio seguente era di versare acqua bollente. Per ovviare questo problema c'era l'usanza di apporre sul fondo un coltello oppure un mestolo di acciaio. Era necessario chiudere ermeticamente i barattoli, per questa ragione si utilizzano delle leve di acciaio simili ad attrezzi da meccanico. E si giunge alla parte finale. Lasciare riposare la composta di frutta con i coperchi a testa in giù.  A quel punto non restava che attendere un paio di ore ed era pronta. Nessun regalo ai consumisti e tanta voglia e gioia di condividere. Questo non è che un sunto, non è escluso che ci si possa organizzare per creare dei corsi in tal senso. Ogni passaggio che concorre allo sviluppo di abilità tese all'autogestione degli individui viventi in comunità non può che fare bene al nostro futuro. 

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