Recensione film: “ Sorry we missed you”. Film di Ken Loach, Gran Bretagna 2019

Recensione film: “ Sorry we missed you”. Film di Ken Loach, Gran Bretagna 2019

La bugia venduta di essere imprenditori di sé stessi

 

Rick è un padre di famiglia inglese. Vive a Newcastle nel nord dell’Inghilterra. In realtà è originario di Manchester, si è trasferito laggiù da giovane. Dopo aver conosciuto la sua futura moglie Abby. Il lavoro non era mai mancato a nessuno di loro due. Si sentono però frustrati dal fatto che non sono proprietari della casa dove vivono. La coppia ha due figli, un ragazzo adolescente di nome Sebastian. Una ragazza più piccola, dolce e molto sensibile di nome Liza. A Rick si presenta quella che appare come una grande occasione. Lavorare per un’azienda di consegne, una formula di franchising. Tutto appare allettante, i guadagni sembrano superare tutti gli incovenienti di sorta. Quindi, dopo una rapida e tirata consultazione famigliare si parte in cima ad un nuovo furgone per garantire consegne puntuali. La moglie Abby perde la propria automobile, viene venduta per acquistare a rate il furgone. Abby è una badante a ore, il fatto di perdere la propria automobile significa dover spostarsi di casa in casa utilizzando solo i mezzi pubblici. Ciò significa attese, orari da incastrare e una famiglia relegata ad uno status di hobby. Il lavoro sembra andare bene a Rick, il problema è che se avesse osservato meglio avrebbe capito la condizione nella quale si sta invischiando. Avrebbe capito prima che il responsabile del personale è un uomo stupido e autoritario. Ghigno tatuato ed espressione vuota e da imbecille aziendalista. Tutto deve essere puntuale tranne ciò che è slegato all’azienda.

 

Produttività o schiavitù in nuove forme? Senza catene ma con un tablet di ultima generazione che monitora il tuo lavoro e non ti renderà mai più felice? Che posto può avere la famiglia in questo mondo lavorativo? Questo sempre che una persona lo abbia un lavoro per carità……. Avrà ancora una famiglia il lavoratore contemporaneo? Domande che hanno risposte diverse. Questo film non ci spiega come si possa proteggere il lavoratore da queste schiavitù. Noi crediamo nella partecipazione dal basso. Crediamo anche che in questi contesti di privazione sistematiche dei diritti elementari la chiave di soluzione dei problemi generati sarà la violenza. Occorrerà solo come già abbiamo spiegato che un’èlite torni a parlare con questi lavoratori. Senza grandi filosofismi. Senza grandi teorie. Occorrerà che qualcuno faccia capire loro di quanto siano ridicoli e ignoranti i loro capi. Dopo questi passaggi ritornerà la lotta per le rivendicazioni. 

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