Precisazioni e pensieri

Precisazioni e situazione attuale

La situazione attuale non è semplice. Non siamo virologi. Non siamo studenti di medicina nè tantomeno medici. 

Quindi evitiamo ogni analisi che possa essere confutata e in un secondo tempo anche messa alla gogna. Troppe volte gli anarchici sono state vittime designate di crimini commessi da altri. Mani che hanno commesso crimini, la mente non poteva che essere anarchica. Per carità noi siamo nazionalanarchici quindi siamo altro. Ma capite..... l'occasione di un'analisi strampalata fornirebbe l'alibi per una bella retata e magari un bel periodo nelle patrie galere. Per carità per le nostre idee siamo pronti a combattere, vogliamo però evitare di essere messi alla gogna per niente. Quindi, la militanza in questi giorni e fino al momento nel quale ci sarà una situazione meno opprimente è sospesa. Ci dispiace, ci rendiamo conto di non aver compiuto fino adesso chissà che gesti. Non siamo stati eclatanti ma, ci siamo mostrati in certi luoghi. Insomma azioni di militanza ne abbiamo all'attivo. Per il momento non si può. In questo periodo sono sospesi gli assembramenti. Sono successe scene incredibili. Assalti ai supermercati, risse e al medesimo tempo nel silenzio generale facciamo come notare come intere zone di Milano siano zone dove chi lavora ancora è facilmente predabile. Nel silenzio generale, i famosi riders, sono stati aggrediti. Ci risparmiamo da chi siano stati derubati. Il problema è che comunque queste situazioni vengono dimenticate. Non se ne parla. Ma accadono. La chiamano anarchia. Miei cari questa non è anarchia. 

Questa situazione è altro. Giudicateci pure, insultateci forse. Ma possiamo dire e affermare che questa condizione non è anarchia perchè sappiamo o almeno conosciamo abbastanza i testi di famosi pensatori anarchici per sostenere che questa non è anarchia. Non c'è nulla di rivoluzionario nel derubare un lavoratore. Non è un atto di ribellione violare dei divieti che mirano a contenere un nemico invisibile e silenzioso. Eppure gli uni e gli altri insistono a fare solo come gli pare. Il problema però è un altro. Questa è la vera Milano. E' la Milano degli apericena. E' la Milano dei locali che possono essere uguali a quelli dei vip di Los Angeles. E' la Milano della moda. Insomma la Milano che conta e questa è venduta come la città di Milano. Bene, se l'etica del lavoro è scomparsa e con essa tutta la realtà associativa e culturale che ruotava attorno al mondo del lavoro. Vale ancora la pena per colui il quale è sensibile e si ritiene individuo consapevole e parte di una comunità vivere in questo contesto? Noi sinceramente crediamo che valga la pena guardarsi attorno e costruire comunità autonome o anche micronazioni altrove. In luoghi ormai desueti e abbandonati. Luoghi che curiosamente non sono poi così distanti da noi. Là inizierà la nostra maturazione rivoluzionaria. Non si tratta di essere violenti. Si sarà rivoluzionari parlando attorno al fuoco. Insegnando ai propri figli. Ascoltando una canzone suonata con la chitarra in quel momento. Si sarà rivoluzionari essendo autosufficienti. Vedremo dove e come. Ma è il solo pensiero significante di questo periodo. 

Un abbraccio virtuale a tutti. 

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